Penso che con l'appello del ministro dell'Istruzione a giustificare le assenze di chi ha partecipato alle manifestazioni per il clima si sia toccato uno dei punti più bassi e umilianti per la scuola italiana.
È oltraggioso che un ministro della Repubblica inviti a considerare assenze giustificate manifestazioni che si autodefiniscono "scioperi".
È altresì altamente diseducativo per i ragazzi ai quali va insegnato che la lotta per un ideale non può mai prescindere da un sacrificio personale, da un prezzo da pagare, che permette di apprezzare il valore di ciò per cui si combatte e capire che è bello e nobile lottare per qualcosa che supera noi stessi, che vince l'interesse personale tanto da subordinarlo all'ideale.
Per questo ritengo Nonea la credibilità di chi si assenta da scuola per il cambiamento climatico, proprio perché manifesta a costo zero. Ben diverso sarebbe stato se quei ragazzi si fossero ritrovati a manifestare una domenica per poi magari ripulire un parco, una strada, una piazza. Allora sì, sarebbero stati credibili perché avrebbero dimostrato con i fatti di saper rinunciare a qualcosa a cui costa fatica rinunciare, per il proprio ideale.
Pensare che un ministro dell'Istruzione pensi di poter considerare assenza giustificata l'aver bigiato, mi indigna e mi sconvolge profondamente. Come cittadino, come laureato, come lavoratore.
- Vincenzo D.